Un termine che sentiamo nominare in diverse occasioni: ma cosa vuol dire, qual è la sua storia e perché usiamo alleluia come esclamazione?
Il termine alleluia deriva dal latino “halleluia“, ma ha anche origini ebraiche dal termine “hallĕlū yăh” che si può tradurre con “lodate Dio” o “lode a Dio”; inoltre ha origine anche dalla parola greca “‘Alliloúïa“, in questo caso però ha un uso differente. Normalmente si usa come antifona alla fine dei Salmi, che si recitano nelle funzione religiose cristiane e che in particolare danno anche il titolo a un libro della Bibbia
Ancora, questa parola si trova anche nel libro di Tobia: in questo caso è usato come inno alla lode verso Dio. Inutile dire che si usa in maniera frequente nella religione cattolica e ortodossa, ma anche in circostanze differenti; fa anche parte del vocabolario che si usa al di fuori dell’Europa. Scopriamo di più, in particolare sulla storia e come si usa nel linguaggio comune.
- Origini: latine e ebraiche;
- Dove viene usato: in ambito religioso e quotidiano;
- Lingua: neolatina;
- Diffusione: mondiale.
Il significato della parola alleluia
Per i cristiani alleluia è la parola più gioiosa per dare lode e acclamazione a Dio. Infatti in molti riti è cantato e recitato. Al contrario, nel periodo della Quaresima e in periodi penitenziali, non è assolutamente citata.
Oltre che nei riti religiosi e nelle preghiere, qualche volta questo termine è usato come esclamazione di gioia, in seguito a qualcosa che si aspettava o si cercava di fare da tempo, anche se il suo significato è lo stesso dell’uso nella preghiera. Per i cristiani questa parola è molto simile a Osanna.
Storia e origine di alleluia
L’uso di alleluia nei primi secoli della Storia era davvero raro: compare per la prima volta in un papiro di Fayum, del IV secolo e il termine è ripetuto dopo ogni nome di persona reputata divina.
Nel V e VI secolo il termine è diventato più usato sia nella religione che nell’esclamazione di gioia personale. Essendo una parola che simboleggia la gioia era utilizzato solo nel periodo di Pasqua, e non nel tempo di Quaresima; in seguito il suo utilizzo è stato esteso alle domeniche e ai giorni di festa.
In Grecia, invece, alleluia indicava dolore e penitenza e si usava solo durante le celebrazioni funebri, nei giorni di digiuno e il Venerdì Santo. Ci furono discordie tra la Grecia e l’Occidente appunto per l’utilizzo di questo termine tra il IX e il X secolo, legate al tipo di utilizzo e significato che si davano alla parola.
Nel rito ortodosso, infine, la parola è presente nella divina liturgia: chi legge deve indicare, in particolare, quale degli otto toni usare per recitare l’alleluia.
Il canto alleluia e l’uso come esclamazione: la pronuncia
La “lode a Dio” fin dalla sua prima comparsa è un canto che deve essere molto vocalizzato e allungato; questo tipo di canto è definito giubilo perché si concentra sulla lettera “a“.
Nel caso dell’esclamazione di gioia personale l’intonazione che si dà è differente; infatti il suono rimane più netto e coinciso, quasi urlato dando un intonazione decisa.
Approfondimenti
Nella cultura popolare, esistono diverse canzoni che hanno come focus l’alleluia. In particolare il significato di Hallelujah, la canzone di Leonard Cohen scritta nel 1984 che ricevuto molte emulazioni sotto forma di cover di altri artisti, è molto radicato nella cultura religiosa. Ecco il video della canzone:
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Fonte foto: https://www.instagram.com/explore/tags/alleluiaalleluia/?hl=it